L'Ars Nova di Francesco Landini


L'eccellenza italiana nella cultura del trecento europeo

Dall'inizio del XIV secolo, con caratteristiche autentiche, si sviluppa in Italia con i poeti ed i compositori dell'Ars Nova di Firenze, il genere del madrigale.
Esso rappresenta nella sua genuinità agreste una forma lirica di origine popolare che si esprime  attraverso immagini minute, aggraziate e delicate, talvolta a tema politico e morale, più spesso attraverso l'esaltazione dell'amore profano e il ritratto di paesaggi della natura. 
L'affresco del 1339 del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti contenuto nel Palazzo Pubblico di Siena ne è la rappresentazione plastica in quanto sviluppo di una cultura urbana nelle varie manifestazioni di vita quotidiana.


L'arte nuova del Trecento Italiano, ricca di spunti culturali sui modelli petrarcheschi, si avvalse del contributo di almeno tre generazioni di compositori (sia ecclesiastici che profani) che operarono, - “Early Italian Poliphony”, L. Ellinwood, The works of Francesco Landini - per tutto il XIV secolo sino ai primi del secolo successivo. Il fenomeno dell'affievolirsi fu propiziato dal ritorno del pontefice dall'esilio di Avignone, il quale favorì l'introduzione della Ars Nova francese e successivamente gli influssi della musica e dei cantori fiamminghi. Questo evento provocò la graduale sparizione della notazione italiana a vantaggio di quella transalpina.
Il codice miniato Squarcialupi, conservato nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, contiene una splendida antologia di testi musicali costituiti da madrigali, ballate e cacce (così chiamate dalla sequenza ad inseguimento delle voci nel cantato).


In questo contesto, storico e artistico, è situato Francesco Landini, una tra le figure di maggior rilievo in quanto poeta, cantore, organista e madrigalista di fama, autore del repertorio musicale più tipico del Trecento Italiano, attraverso lo sviluppo della frottola, strambotta e villanella, generi costituenti la base per i madrigali del Cinquecento.