I ruggenti anni venti del cinema americano

Negli Stati Uniti i ruggenti anni venti o l'età del Jazz, cosi chiamata per l'enorme popolarità assunta dal jazz presso il grande pubblico e descritta dallo scrittore americano Francis Scott Fitzgerald nel romanzo manifesto dell'epoca “Il Grande Gatsby”, furono anche la folle decade della musica di Jelly Roll Morton o di Bix Beiderbecke.
Questo lasso di tempo che va dal 1918, la fine della Prima Guerra Mondiale, al 1929, epoca della  Grande Depressione, vede anni di vita frenetica, di cambiamenti sociali e di costume con l'affermarsi in tutti i campi dell'idea di progresso e di modernità.
Il cinema americano diventato prodotto di intrattenimento ad opera degli studios hollywoodiani raggiunge l'apice nel muto per approdare nel sonoro, ormai nella maturità.
Gli anni venti sono anni di costruzione e di affermazione del sistema basato sui gusti e sulle aspettative del pubblico, pubblico che diventa un elemento portante dell'arte cinematografica, decretando con i suoi giudizi il successo o il fallimento di una pellicola, diventando anche il creatore delle mode e dei miti di quel mondo.
Dall'artigianato e dal dilettantismo dell'inizio del novecento, il cinema americano si avvia al professionismo mediante da un lato la concentrazione delle infrastrutture delle grandi case di produzione e le attività di Hollywood e dall'altra grazie al passaggio da soggetti documentaristici a quelli narrativi, resi intellegibili con il supporto delle immagini.
Il passaggio graduale e costante al cinema più maturo e compiuto è scandito da fasi con caratteristiche rimarchevoli.
 
Charlie Chaplin ne è un caso emblematico ed esemplare.
Il celebre attore e regista inglese trapiantato all'epoca negli USA, svolge la sua attività prima come attore di grande talento sotto la direzione del regista Mack Sennet; poi prende le distanze e con la creazione di Charlot passa alla direzione, raccontando storie dalle infinite e straordinarie variazioni, che tutti noi conosciamo.
Sbarcato nel sonoro, dà voce al suo vagabondo ed ai suoi personaggi, ma da talento quale egli è, non accetta questa evoluzione, perché capisce che la poesia degli inizi poteva andare perduta. 
Fu il destino e la storia di tante altre grandi stars e registi di allora, da Buster Keaton a Gloria Swanson, Rodolfo Valentino, Douglas Fairbanks, Greta Garbo, John Gilbert, solo per fare alcuni nomi, i più noti.
E allora nascono i miti, gli idoli delle folle.
Il fascino di quel cinema rimane ancora oggi intatto come silent movie, e proprio per questo, per questa sua intrinseca caratteristica, di recitazione con gli sguardi, le espressioni, le posture, rinnova l'emozione e la sorpresa nello spettatore contemporaneo.